Non ci sono notizie certe sull'origine di questo comportamento, ma possiamo dare per certo che abbia avuto inizio negli Stati Uniti negli ambienti della pesca con la mosca e della pesca a spinning al black bass o persico trota. Queste due tecniche di pesca, la pesca a mosca e lo spinning, sono tuttora le discipline alieutiche che supportano maggiormente e praticano il Catch & Release. Studi scientifici di varie facoltà di ittiologia internazionali e la marcatura dei pesci catturati, hanno dimostrato senza ombra di dubbio che i pesci liberati non solo sopravvivono a lungo, ma possono essere ricatturati. L'impatto ambientale dei pescatori che praticano questa tecnica è quasi nullo dato che la popolazione ittica di una determinata area non viene in questo modo intaccata da un prelievo indiscriminato.

Rilasciare il pesce pescato, per chi condivide, attua e diffonde la pratica del catch and release, non è solo segno di civiltà e rispetto ambientale, ma rappresenta una vera filosofia e approccio alla pesca, dove alla gioia della cattura si aggiunge la felicità del vedere l'animale appena catturato di nuovo libero.